Non ha fini di lucro, promuove la libertà di pensiero e aderisce ai principi della Costituzione repubblicana. Eppure gli schermi sono protagonisti delle nostre vite come mai prima, tablet, smartphone, schermi alla stazione, nei negozi, ovunque, anche schermi temporanei dove vedere film, cinema improvvisati e non più legati alla sala. Ma pare che queste forme di creatività sociale ed economica siano difficili da immaginare e ancor di più da applicare. Intanto però, soprattutto la memoria cinematografica può essere sollecitata in tanti altri modi e ci aspettiamo anche da voi proposte e suggerimenti per ricominciare ancora meglio, ancor più sintonizzati sulle vostre passioni. Grazie del sostegno. Io ci vago proprio per la programmazione sempre interessante, anche di film che la grande distribuzione evita come la peste, film serbi, film turchi. Zingaretti: “Un patrimonio di tutti che va difeso”, (2) Corriere della sera 27 gennaio 2012 Vuitton, la prima maison in un cinema storico L’interesse e le sollecitazioni a tutela degli spazi culturali sono sempre ben accette, ma bisogna partire da un dato di verità: la memoria sui cinema, infatti, va esattamente nella direzione di valorizzare spazi privati fino ad ora chiusi”. Partnership con il centro sperimentale di Cinecittà http://www.corriere.it/cultura/12_gennaio_27/fiorentino-vuitton-maison-cinema-storico_49eab57c-48f0-11e1-b976-995c60acee8e.shtml. Una nostalgia che pervade purtroppo diversi degli eventi sopracitati e del discorso delle associazioni di categoria. “Attorno a questa iniziativa – aggiunge la nota – abbiamo avviato un percorso e promosso degli incontri, il primo dei quali era rivolto a esercenti, produttori e distributori del settore. Non sembrerebbe così complicato. Purtroppo questi tentativi istituzionali, senza l’attivazione di risorse e di soggetti sociali e culturali presenti nella società civile, rischiano di restare al palo , mentre le norme continuano ad essere aggirate dalle deroghe. Altrettanto emblematica è stata la vicenda del più antico cinema di Roma, l’Etoile a Piazza in Lucina, diventato dopo un periodo di mercatini d’artigianato, serate disco e feste private, sede della Maison Vuitton (2). Consultabile gratuitamente online, oltre 3000 cinema in tutte le città e comuni d'Italia. Quello stesso modello si sarebbe voluto applicare al cinema America, ed ora si vorrebbe adottare anche all’ex cinema Metropolitan di via del Corso. La selezione verrà effettuata anche in base alla qualità e alla sostenibilità economica e urbanistica. Notorietà che non ha sbloccato però la situazione del cinema, che rimane inesorabilmente chiuso, anche se la Sala Troisi è stato assegnata con regolare bando al gruppo del Cinema America. In tutta Italia ci sono oltre mille cinema e 3.265 sale (vale la cautela di cui sopra). E’ lungo l’elenco dei cinema chiusi o trasformati in centri commerciali, sale bingo o centri di alta moda. Ne abbiamo parlato con Giovanni Caudo, assessore alla Trasformazione Urbana di Roma Capitale. Le notizie degli ultimi giorni sui cinema romani si possono sintetizzare così. Non è accettabile uno stravolgimento così radicale del tessuto culturale e sociale della Città. Questo l’obiettivo della memoria di Giunta sui cinema chiusi approvata lo scorso 20 gennaio. E da un pubblico assai vario. Ogni tanto i cinema riaprono anche per vie più ortodosse, come nel caso del cinema Caravaggio, nel quartiere “bene” dei Parioli, “un sala storica, che era chiusa da tre anni. Monosale, appunto, ma anche piccole multisale, come il Tristar o il Metropolitan di via del Corso. Pensiamo come se fosse una casa: quando si compra una casa, se l’unica cosa che va cambiata è il riscaldamento avremo delle spese, se va rifatto tutto ne avremo delle altre. L’affitto, che può costare 2.500, 5.000 o anche 7.500 euro al mese, il personale, la ristrutturazione, per cui servono non meno di 200.000 e non più di 400.000, e che va ammortizzata un pezzo alla volta. Se molte di queste (come Ricomincio dal Faro, Astra, o il Volturno) fanno o facevano soprattutto altro oltre a far vedere film, un posto come il Cinema America Occupato – siamo sempre a Trastevere – continuava soprattutto a fare programmazione cinematografica, all’interno di un cinema che è anche un’opera d’arte, tutelato dalla Soprintendenza : progettato negli anni ‘50 da Angelo di Castro (con mosaici di Pietro Cascella e Anna Maria Cesarini Sforza) è stato protagonista negli ultimi anni di una storia esemplare, tra ricorsi al TAR e solidarietà istituzionali, tra gli altri del presidente della Regione Lazio Zingaretti e del Ministro dei Beni Culturali Franceschini. Restano invece aperti i cinema a Roma e nel Lazio. Risultano essere 42 le strutture chiuse negli ultimi anni, tra centro storico e periferia, alcune anche di notevole pregio storico e architettonico. Luoghi di riferimento per più generazioni, storici punti d’incontro nati nel dopoguerra e chiusi alle soglie del 2000, gioielli di architettura, hanno lasciato un vuoto culturale ed una ferita sociale ed urbanistica nel cuore dei rioni e dei quartieri storici romani. Coronavirus: musei, mostre e cinema aperti a Roma. Quindi, c’è quasi un terzo degli spettatori e 4 volte gli schermi che c’erano 30 anni fa. Pensiamo a un cinema salotto”. IL PERCORSO, Spiazziamoli ! È chiaro che non sempre queste esperienze di recupero siano supportate a tutti i livelli. Sembra interessare meno, ma a Roma scompaiono anche cineclub e simili (per citarne alcuni, Filmstudio, Politecnico Fandango, Colosseo) che per tanti anni hanno formato un pubblico e messo in circolo opere non mainstream, mentre alcuni resistono ma sono sempre più marginali. Forse non ci sarebbe da stupirsi, sempre meno gente va al cinema, ci sono i DVD, la televisione, e soprattutto internet. Piattaforma e distribuzione a cura di Informat Edizioni, Roma. Tutto bene quindi? Orari, film, cast, critica, trailer, locandina e durata. (3) Quinlan 3 marzo 2015 Roma e il cinema. I cinema chiudono in tutta Italia, ma a Roma tutto assume un significato più marcato, e negli ultimi tempi si sono moltiplicate le iniziative sul tema, da un convegno dell’aprile di quest’anno, uno del febbraio dello scorso anno dal roboante titolo “Il cinema italiano che ama le sue sale e le difende”, mentre l’anno prima i tre assessori competenti (Cultura, Commercio e Urbanistica) hanno presentato una Memoria sui cinema per cercare di capire cosa fare con le 42 sale chiuse (tante quelle censite allora, probabilmente sono molte di più). Si tratta in ogni caso di applicare il dettato costituzionale e precisamente l’art.42 che stabilisce che “la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla Legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti”. Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone, Nuove forme di progettualità economica, sociale e culturale per salvare, riqualificare e rilanciare le sale cinematografiche abbandonate. Nel frattempo il nostro sito, così come la newsletter e i canali social rimarranno attivi. Mantenere un cinema costa, tanto: ci sono ancora costi di manutenzione, elettricità, personale, il noleggio dei film, l’affitto della sala – 50.000 euro l’anno solo per quest’ultima voce, nel caso per esempio dell’Alcazar. Non proprio. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7/03/2001. Deterrente che non sempre funziona, se, come fa notare un gruppo di registi che ha scritto al Comune, la delibera non ha impedito “scempi come quello del cinema ‘Etoile’ [diventato uno store di Louis Vuitton, ndr], e che porterà i proprietari delle sale a sperare in norme ancora meno restrittive”. Login Rimane il grande, in termini quantitativi e qualitativi, lavoro di queste esperienze alternative che, magari in forma solo parzialmente legale, hanno ridato vita a cinema come luoghi e all’esperienza del cinema, conquistandosi – è il caso del Cinema America – anche notorietà internazionale e simpatie da più parti.